Derrida e le "virgolette".

"È la legge delle virgolette. Fanno la guardia a due a due: alla frontiera o dinanzi all'uscita, ma in ogni caso preposte alla soglia (e questi luoghi sono sempre drammatici). Il dispositivo si presta a una teatralizzazione, ma anche all'allucinazione di una scena e del relativo macchinario: due paia di pinze reggono, lasciandolo sospeso, una sorta di paramento, un velo o un sipario leggermente dischiuso".

(J. Derrida, Dello Spirito - Heidegger e la questione, Milano, SE, 2010)

DEMONI CODATI (di Tiziana Nicolosi)

"Mi piace pensare che nel calcolo delle probabilità che governano pulsioni e accadimenti rientri il concetto junghiano di co-incidenza che connetterebbe l'ardere individuale all'incedere collettivo. Partendo da questa premessa ho deciso, un giorno, di passeggiare e ho camminato, per molti chilometri, disinteressandomi a ogni visione che mi si proponesse. Solo il mio bagaglio mnemonico, carico di sogni, verità, suggestioni, nebulose, demoni suggeritori, terribili, burloni, abili e potenti. Fino all'incontro con un piccolo testo, poggiato su di una bancarella incustodita. Il titolo è 'Le maschere di Satana - I mille volti del diavolo'. L'autore, Jacques Albin Simon Collin De Plancy, è un illuminista rivoluzionario che a meno di vent'anni, invece di concedersi alle controverse regole della socializzazione, si ritira in solitudine, dando vita ad un'opera complessa dedita all'esoterico, a divinazioni, apparizioni, demoni, streghe, prodigi, errori, superstizioni, racconti popolari. Storia, leggenda, mitologia. Titolo dell'opera 'Il dizionario infernale'. 'Le Maschere di Satana' rappresenta una sintesi dell'elenco redatto dall'autore nel suo percorso di conversione al cattolicesimo. Che l'archetipo abbia guidato i miei passi, non è certo, che abbia nutrito la creazione del citato testo e delle ricche immagini a supporto, è ugualmente da approfondire, comunque c'è lo zampino di Johann Weyer. È però certo che se non tutti i diavoli si presentano con le corna, molti ci mettono la coda".
(Tiziana Nicolosi) 

Orobas: Gran principe dell'inferno, il quale si fa vedere sotto la forma d'un bel cavallo. Quando veste sembianze d'uomo, parla dell'essenza divina. Consultato, risponde sul passato, sul presente e sull'avvenire. Scopre la menzogna, accorda dignità ed impieghi, riconcilia i nemici e comanda a venti legioni.

RonweMarchese dell'inferno e conte, che si fa vedere sotto la forma d'un mostro. Egli da ai suoi seguaci la conoscenza delle lingue e l'affetto di tutti. Diciannove corti infernali sono al suo comando.

PaymonUno dei re dell'inferno. Se si fa vedere agli esorcisti, prende la forma d'un uomo a cavallo su un dromedario, coronato di un diadema scintillante di pietre preziose, con un volto di donna. Duecento legioni, parte dell'ordine degli angeli, parte dell'ordine delle potenze, gli obbediscono. Se Paymon è invocato con qualche sacrifizio o libagione, appare accompagnato dai due grandi principi Bebal e Abalam.

Tap o GapGran presidente , gran principe agl'inferi. Si mostra a mezzogiorno quando prende forma umana. Comanda a quattro dei principali re dell'impero infernale. E' potente come Bylet. Ci furono un tempo dei negromanti che gli offrirono libagioni ed olocausti. Lo evocavano con artifici magici ch'essi dicevano composti del sapiente re Salomone; il che è falso, perché fu Cham, figlio di Noè, il primo che cominciò ad evocare spiriti maligni. Si fece servire da Bylet e compose in suo onore un libro che è apprezzato da molti matematici. Se qualche esorcista conosce l'arte di Bylet, Tap o Gap, eccita all'amore e all'odio. Trasporta velocemente gli uomini nelle diverse contrade dove vogliono recarsi. Comanda sessanta legioni.

UkobakDemonio dell'ordine inferiore. Si mostra sempre col corpo bruciacchiato. Si dice che sia l'inventore delle fritture, e dei fuochi d'artificio.

Detto anche Abraxas, è uno degli dei di alcune teogonie asiatiche, dal cui nome si è preso il fIlatterio abracadabra. Abracace è rappresentato sugli amuleti con una testa di gallo, piedi di drago e la frusta in mano. I demonografi hanno fatto di lui un demonio che ha la testa di un re e serpenti come piedi. I basiliani, eretici del secondo secolo, vedevano in lui il loro dio supremo. Siccome trovavano che le sette lettere greche con cui essi formavano il suo nome facevano in greco il numero 365, che è quello dei giorni dell'anno, essi ponevano ai suoi ordini numerosi geni che presidiavano ai trecento e sessantacinque cieli, a cui attribuivano trecentosessantacinque virtù, una per ogni giorno. I basiliani dicevano ancora che Gesù Cristo, Nostro Signore, era soltanto un fantasma benevolo mandato sulla terra da Abrace. In ciò si distaccavano dalla dottrina del loro capo.

ZeparGran duca dell'impero infernale, il quale potrebbe essere lo stesso che Vepar o Separ. Nullameno, con il nome di Zepar, egli ha la forma di un guerriero e spinge gli uomini alle passioni infami. Ventotto legioni gli obbediscono.

AmoneGrande e potente marchese dell'impero infernale. Esso ha la figura di un lupo con una coda di serpente. Vomita fiamme e allorquando veste la forma umana, la sua testa rassomigliasi a quella di un gufo che lascia vedere i denti canini affilatissimi. Esso il più importanti tra i principi dei demoni: sa il passato e l'avvenire , e riconcilia quando vuole gli amici in discordia. Esso comanda quaranta legioni.

Asmodeo è secondo alcuni, l'antico serpente che sedusse Eva. Gli ebrei che lo chiamano Asmodai ne facevano il principe dei demoni, come vedesi nella parafrasi caldaica . Esso è all'inferno, dice Wierus, un principe forte e possente che ha tre teste. La prima rassomigliasi a quella di un toro; la seconda a quella di un uomo; la terza a quella di un montone. Esso ha coda di serpente, piedi d'oca, alito infiammato: appare a cavallo di un drago, tenendo in pugno uno stendardo ed una lancia. Tuttavolta, nella gerarchia infernale, è soggetto al re Anoymon. Egli regala anelli magici, insegna agli uomini a rendersi invisibili, e professa loro la geometria, l'aritmetica, l'astronomia e le arti meccaniche. Conosce per anco tesori cui si può costringere e disvelare: settantadue legioni stanno al suo comando. Appellasi pure Chamandai e Sydonai. Le Sage ha fatto di Asmodeo l'eroe di uno dei suoi romanzi conosciutissimo perché eccellente, vogliamo dire il Diavolo zoppo.

BalanRe grande e terribile dell'Inferno. Egli ha testa fatta come quella di un toro, come quella di un uomo, e come quella di un ariete. Aggiungasi a ciò una coda di serpente ed occhi che mandano fiamme. Egli si fa vedere cavalcando un orso e portando uno sparviero in pugno. La sua voce è roca e violenta; e risponde intorno al passato, al presente e all'avvenire. Questo demone che era altre volte dell'ordine delle dominazioni e che comanda oggi a quaranta legioni infernali, insegna le querele, l'astuzia e il comodo mezzo di vedere senza essere veduto.

Demone delle scoperte e delle invenzioni ingegnose. Egli veste soventi volte le sembianze di giovine donna, e distribuisce ai suoi favoriti le ricchezze.  I Moabiti che appellavano Baalfegor lo adoravano sul monte Phegor. Alcuni rabbini dicono che gli si rendevano omaggi offrendogli ignobii avanzi della digestione. Ciò era degno di un tale nome. Ed ecco perché alcuni dotti non veggono in Belfagor che il dio Peto o Crepitus: altri sostengono essere la stessa cosa che Priapo. Selden, citato da Banier, pretende che gli si sacrificassero umane vittime, di cui i suoi sacerdoti mangiavano la carne. Wierus osserva che Belfagor è un demone il quale ha la bocca aperta: osservazione ch'egli debbe senza dubbio al nome di Phegor, il quale significa, secondo Leloyer, crepatura, erroché esso adoravasi talvolta entro a caverne e gli si gittavano le offerte per un pertugio.

FlaurosGenerale dell'inferno. Egli si fa vedere sotto le sembianze di un uomo con ali di grifone. Sotto questa forma egli uccide i borghesi e li getta tra le onde. Focalor comanda al mare, ai venti e rovescia i vascelli da guerra. Egli spera di rientrare nel cielo, ma il poveretto è in inganno. Trenta legioni stanno al suo comando ed egli obbedisce con mille smorfie all'esorcista.

IpesPrincipe e conte dell'inferno, il quale si fa vedere sotto la forma d'un angelo, talvolta sotto quella di un lione colla testa e le zampe d'oca ed una coda di lepre. Egli conosce il passato e l'avvenire, dà genio e ardire agli uomini, e comanda trentasei legioni.


FurfurConte agl'inferi. Si fa vedere sotto forma di un cervo con una coda infiammata. Non sa dire che menzogne, a meno che non sia chiuso in un triangolo. Prende sovente la figura di un angelo, parla con una voce rauca e mantiene l'unione tra mariti e le mogli. Fa cadere il fulmine, luccicare i lampi e brontolare il tuono nei luoghi dove gli è ordinato di farlo. Risponde sui problemi astratti. Ai suoi ordini sono ventisei legioni.

Marchociasgran marchese dell'inferno che si fa vedere sotto la forma d'un lupo feroce, con ali di grifone ed una coda di serpente. Egli vomita fiamme, e quando prende umane sembianze, credesi vedere un soldato. Obbedisce agli esorcisti, è dell'ordine delle dominazioni e comanda a trenta legioni.

MelchiomDemonio che porta la borsa. All'inferno, è il pagatore degli impiegati pubblici.


FONTE
"Le maschere di Satana - I mille volti del diavolo"
di Jacques Albin Simon Collin De Plancy
ANANKE, Torino, 2001