VIS-À-VIS: Sir Francis Bacon / Mr. Francis Bacon

Francis Bacon: Second Version of Triptych 1944, 1988

Gli idoli e le false nozioni che sono penetrati nell’intelletto umano fissandosi in profondità dentro di esso, non solo assediano le menti in modo da rendere difficile l’accesso alla verità, ma addirittura (una volta che quest’accesso sia dato e concesso) di nuovo risorgeranno a causa di molestia anche nella stessa instaurazione delle scienze: a meno che gli uomini, preavvertiti, non si agguerriscano per quanto possibile contro di essi.

Francis bacon: Triptych, 1986-87

Quattro sono i generi di idoli (gli idola vengono chiamati da Bacon anche fictions, superstitions, errors, kind of fallacies in the mind of man, false appearances, native and inherent errors, spectra, volantes phantasiae, immagines) che assediano la mente umana. Per farci intendere abbiamo imposto loro dei nomi: chiameremo il primo genere idoli della tribù; il secondo idoli della spelonca; il terzo idoli del foro; il quarto idoli del teatro.

Francis Bacon: Triptych May-June, 1973

Gli idoli della tribù sono fondati sulla stessa natura umana e sulla stessa tribù o razza umana. Pertanto si asserisce falsamente che il senso è la misura delle cose. Al contrario, tutte le percezioni, sia del senso sia della mente, derivano dall’analogia con l’uomo, non dall’analogia con l’universo. L’intelletto umano è simile a uno specchio che riflette irregolarmente i raggi delle cose, che mescola la sua propria natura a quella delle cose e le deforma e le travisa.

Francis Bacon: Triptych - Studies from the Human Body, 1970

Gli idoli della spelonca sono idoli dell’uomo in quanto individuo. Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange e deforma la luce della natura: o a causa della natura propria e singolare di ciascuno, o a causa dell’educazione e della conversazione con gli altri, o della lettura di libri e dell’autorità di coloro che vengono onorati e ammirati, o a causa della diversità delle impressioni a seconda che siano accolte da un animo già condizionato e prevenuto oppure sgombro ed equilibrato. Cosicché lo spirito umano (come si presenta nei singoli individui) è cosa varia e grandemente mutevole e quasi soggetta al caso. Perciò giustamente affermò Eraclito che gli uomini cercano le scienze nei loro piccoli mondi privati e non nel più grande mondo a tutti comune.

Francis Bacon: Three Studies for a Crucifixion, 1962

Vi sono poi gli idoli che derivano quasi da un contratto e dalle reciproche relazioni del genere umano: li chiamiamo idoli del foro a causa del commercio e del consorzio degli uomini. Gli uomini infatti si associano per mezzo dei discorsi, ma i nomi vengono imposti secondo la comprensione del volgo e tale errata e inopportuna imposizione ingombra straordinariamente l’intelletto. D’altra parte le definizioni o le spiegazioni, delle quali gli uomini dotti si sono provveduti e con le quali si sono protetti in certi casi, non sono in alcun modo servite di rimedio. Anzi, le parole fanno violenza all’intelletto e confondono ogni cosa e trascinano gli uomini a innumerevoli e vane controversie e finzioni.

Francis Bacon: Three Studies for a Portrait of George Dyer, 1963

Vi sono infine gli idoli che sono penetrati nell’animo degli uomini dai vari sistemi filosofici e dalle errate leggi delle dimostrazioni. Li chiamiamo idoli del teatro perché consideriamo tutte le filosofie che sono state accolte e create come altrettante favole presentate sulla scena e recitate, che hanno prodotto mondi fittizi da palcoscenico. Non parliamo soltanto dei sistemi filosofici attuali o delle antiche filosofie e delle antiche sètte, perché è sempre possibile comporre e combinare molte altre favole dello stesso tipo: le cause di errori diversissimi possono essere infatti quasi comuni. Né abbiamo queste opinioni solo intorno ai sistemi filosofici, ma anche intorno a molti principî e assiomi delle scienze che sono invalsi per tradizione, credulità e trascuratezza.

Francis Bacon: Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion, 1944

Perciò giustamente colui al quale in un tempio veniva mostrato un quadro appeso come voto da gente che era scampata al pericolo di un naufragio, a chi lo incalzava di domande se non riconoscesse la potenza degli dèi, chiese a sua volta: «dove sono dipinti quelli che, dopo fatto il voto, sono morti egualmente?».

Francis Bacon: Triptych, 1991

L’intelletto umano non è un lume secco, ma riceve alimento dalla volontà e dagli affetti e ciò dà luogo a ciò che si potrebbe chiamare «le scienze come uno le desidera». Infatti l’uomo crede più facilmente vero ciò che preferisce sia vero.


Testi: Francis Bacon (Londra, 1561 - Londra, 1626)
Immagini: Francis Bacon (Dublino, 1909 - Madrid, 1992).

le immagini sono prese in prestito dal sito www.francis-bacon.com