Jane Campion: Un angelo alla mia tavola


"An Angel at My Table"
un film di
Jane Campion
del
1990
(inizialmente pensato per la televisione)


La regista, intervistata da Vincent Ostria nell'aprile del 1991, alla domanda "Come è nato il progetto di An Angel at My Table?" rispose:

"Avevo appena tredici anni quando ho letto per la prima volta Owls Do Cry, il primo romanzo di Janet Frame. Si è trattato di un'esperienza davvero particolare, perché quella lettura mi ha aperto nuovi orizzonti, mi ha mostrato un modo nuovo di intendere la vita e le persone: è impossibile non rimanere colpiti e incuriositi da una così intima e lirica descrizione del mondo dell'infermità mentale. Da allora ho cominciato ad interessarmi alla storia della scrittrice e, dai miei genitori, ho saputo della sua esistenza travagliata, della sua follia, dei terribili trattamenti in manicomio e, più in generale, della mitologia che si era creata su di lei: la mitologia della scrittrice pazza e geniale, il cui talento derivava completamente dalla sua diversità. A quel punto decisi di scavare più a fondo nella vita di quel personaggio, del quale tutti possedevano un'opinione superficiale ma che, probabilmente, nessuno conosceva veramente a fondo. Così mi sono imbattuta a capofitto nella lettura dei tre volumi della sua autobiografia e attraverso gli episodi della sua vita ho rivisto diversi momenti della mia infanzia e della mia adolescenza, ma soprattutto ho capito quanto dolore e sofferenza possano venire procurati ad una persona di straordinaria sensibilità che, proprio a causa di questa, viene creduta malata di mente e trattata come tale. Nel corso del tempo tutto questo ha fatto nascere in me il desiderio di fare un film sulla sua storia. Da quel momento sono passati diversi anni, ne ho parlato con amici e collaboratori e alla fine l'idea migliore è sembrata quella di farne un film per la tv. Comunque, non ho mai voluto fare un film completamente mio, cioè non ho mai voluto imporre del tutto la mia personalità, il mio punto di vista sulla storia: questo mi accade di solito quando scrivo anche il soggetto del film. In questo caso, la cosa più importante era rispettare la sensibilità di Janet, in un certo senso rispettare la sua vita. Janet Frame ha oggi 66 anni, e fin dal principio abbiamo voluto lavorare insieme a lei per creare un ritratto cinematografico della sua personalità che le fosse gradito. Janet è stata subito molto gentile e disponibile: certo, ha ancora qualche problema ad entrare in contatto con la gente ed è molto timida, tuttavia è stata sul set una settimana e ci ha sempre dato il suo sostegno dicendo che lei stessa non avrebbe saputo fare di meglio".

Il testo della Campio è tratto da Script/Leuto, Jane Campion, introduzione di Mario Sesti, Dino Audino Editore, s.d.


Curiosità: Nel 2007 la musicista romana Lili Refrain
dedica uno dei brani del suo primo album a Janet Frame:
"Bottoni Rossi (Tre Volte Pietra)"